Dopo i quarant’anni è cambiato il modo in cui percepisco il mondo. In passato sono stato una persona estremamente rigida nei miei principi, a causa di un’interpretazione dogmatica della fede cattolica che non riuscivo a comprendere fino in fondo. Oggi sono più tollerante e comprensivo verso le idee degli altri; riesco ad amalgamare idee differenti con me stesso e con gli altri per creare un maggiore equilibrio. Per fare questo ho dovuto affrontare i miei fantasmi, fare i conti con il lato oscuro della mia personalità. Te ne parlo in questo articolo.  Tutto ciò che pensi di ‘non essere’ è parte di te proprio come l’ombra che proietti quando cammini.

Questo articolo è una sfida. Parla della doppia personalità di ognuno, del conoscersi meglio.

Ti invito a mettere alla prova te stesso attraverso un’esplorazione profonda e sincera. Si tratta di comprendere la complessità del proprio essere, scoprire il lato oscuro che alberga dentro ciascuno di noi ed accettarlo per raggiungere un equilibrio più sano nella propria vita.
Sei pronto ad abbracciare questa avventura? Se sei disposto a farlo, puoi migliorare notevolmente non solo le tue relazioni ma anche la tua visione del mondo!

Il Lato Oscuro

Non so se hai letto letto “lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde” e hai fantasticato sul fatto che questa è ben più di una metafora.

shadow

Quando una luce colpisce una superficie, si crea inevitabilmente una divisione netta tra ciò che rimane in luce e ciò che finisce in ombra. Questo fenomeno fisico mi da modo di farti notare che la luce e l’ombra sono intimamente connessi. Infatti quanto più forte è la luce, tanto più netta sarà l’ombra. Niente luce, niente ombra.

La luce di questo esempio potrebbe essere “ciò che sai di te”, la tua conoscenza razionale di te stesso, spesso più focalizzata sui pregi che sui difetti. Tutto ciò che pensi di essere.

L’Ombra, al contrario, è tutto ciò che pensi di non essere. Infatti, una volta che hai definito “chi e cosa sei”, hai anche definito tutto ciò che non se. Ciò che viene creato in questo vero e proprio atto di creazione ha una forma precisa: la tua Ombra.
L’Ombra è il non-me, tutto ciò che non accettiamo come essere nel sé. “Non lo farei. Quello non sono io. Non sono così.”

Sono le caratteristiche che neghi in te stesso. L’Ombra, che di per se esiste sempre, diventa un problema quando una persona è puramente focalizzata sul proprio Ego.

Breve Storia dell’Ego

L’Ego in se non è né buono né cattivo, esiste e basta. L’ego si forma durante l’infanzia in rapporto alle idee che ci vengono trasmesse dai genitori, dagli amici e da tutti gli stimoli dell’ambiente circostante. Tu lo conosci e lo chiami con un nome più familiare: PERSONALITÀ. Infatti la tua personalità è il frutto di tutte le esperienze che hai vissuto. (Se non hai visto il film “Inside Out” della Disney te lo consiglio vivamente come fonte di ispirazione per capire alcune cose di te in modo divertente.)

Quindi la nostra personalità è una nostra creazione, un nostro personale storytelling su “chi siamo noi” basato sulle nostre esperienze personali.

L’EGO è quindi una parte dentro di noi che tende a conservare e custodire questo insieme di pensieri mantenendoti coerente con chi credi di essere e quindi in definitiva mantenendoti bloccato nell’identità che tu stesso hai creato.

Come potrai immaginare l’Ego è un po’ giustizialista, divide il mondo in buoni e cattivi, bene e male, giusto e ingiusto. Lui è fermamente convinto che noi siamo le nostre convinzioni e prende ogni cosa sul personale. Ecco perchè ti arrabbi così tanto quando ricevi una critica: perchè l’ego crede che la critica sia diretta alla tua personalità invece che al tuo comportamento.

Se non sei consapevole della sua esistenza, se non inizi a prenderne coscienza e non lo osservi regolarmente lui tenderà a prendere il controllo nella tua vita generando una persona che non accetta critiche, una persona rigida che nasconde un grande senso di insicurezza e una bassa autostima.

Hai presente quando ti fanno una battutina e ti ribolle improvvisamente il sangue … ecco quella è una piccola manifestazione della sua esistenza. Quando si attiva la modalità EGO ON diventi improvvisamente reattivo, egocentrico come quando eri bambino. Se non impariamo a vedere la sua manifestazione ne diventiamo succubi non distinguiamo più ciò che è reale da ciò che non lo è. Diventiamo quindi spesso arrabbiati e nervosi, leggiamo ogni accusa rivolta a noi o per causa nostra e quindi, come risultato, ci sentiamo indegni.

Non potendo scaricare la rabbia che proviamo contro noi stessi attiviamo il secondo meccanismo connesso all’EGO, il più infido: proiettiamo l’indegnità sugli altri, verso l’esterno.

Te ne accorgerai da ora in poi quando, durante una discussione ti sentirai preso in causa personalmente e allora invece di discutere tranquillamente di opinioni diverse sentirai salire in te il desiderio di distruggere l’altra persona per determinare così il tuo valore, il tuo potere.
Ecco quindi che dal sereno Dr Jekyll in un istante compare una creatura spietata che usa il linguaggio come un rasoio per colpire chi ci sta di fronte e farlo sanguinare.

Ti ci ritrovi? tranquillo, siamo tutti progettati così, non solo tu.

Ombra come Proiezione: Il Colpo di Scena

Nella psicologia Junghiana, l’ombra è un aspetto inconscio della personalità che l’ego cosciente non riconosce in sé stesso; ossia tutto ciò di cui una persona non è pienamente cosciente. L’ombra è quindi il lato sconosciuto di sé stessi, un lato che facciamo fatica a fronteggiare quando esce.

UN ESEMPIO PER CHIARIRE

Immaginiamo un insegnante alle prese con una classe di ragazzi vivaci. Magari ha dei problemi a casa e arriva al lavoro in uno stato di stress (credo che capiti a tutti).

Sulla base del concetto di ombra introdotta da Jung, è probabile che la stessa persona sia una grande sostenitrice dell’importanza di trattare gli alunni con rispetto o forse sia categoricamente contrario alla violenza. (questa è parte della definizione della sua personalità, quello che crede di essere)

Quindi quando si ritrova a urlare in classe e urlare contro i ragazzi che fanno confusione, invece di comprendere che c’è qualcosa che non va in sé stesso, l’insegnante deve trovare delle scuse per il suo comportamento “non-me” quando diventa la sua Ombra, il sé “cattivo” a cui non può far fronte. Diventa un atto naturale di proiezione. “Non sono io, quindi devono essere quei maledetti ragazzini che hanno bisogno di disciplina!

Ecco come funziona il meccanismo psicologico: L’ego deve mantenere l’idea positiva che abbiamo di noi stessi, reprimendo emozioni che sentiamo essere cattive o sbagliate per tentare di essere buono o desiderabile di ricevere amore… e quando proviamo sentimenti negativi, per affermare che “quello li non siamo noi” dobbiamo incolpare gli altri.

In sostanza gettiamo sugli altri i difetti e le critiche che crediamo inconsciamente ci appartengono. La ripetizione di questo pattern ci disconnette dalla nostra parte più autentica. Per continuare a sentirci al sicuro e brave persone ci diciamo: Io non sono come loro. In realtà dentro portiamo gli stessi difetti che rimproveriamo agli altri.

Per questo giudicare gli altri è una droga che da dipendenza, afferma Nicole Lepera, psicologa americana che conosce molto bene questo argomento.

Giudicare gli altri allevia la lotta interiore tra ego e vergogna. Quando identifichiamo i difetti degli altri smettiamo di guardare ai nostri e ci convinciamo pure di essere superiori.” – N. Lepera

Quindi Noi Siamo Buoni o Cattivi?

Se hai letto fino a qui e hai una coscienza adesso dovresti essere in crisi. Hai iniziato a guardare ai momenti in cui perdi il controllo e stai cercando di capire se quello che hai letto in questo articolo è vero e quindi non sei la persona perfetta che credevi di essere (questo è doloroso, lo so… respira) oppure se puoi giudicare tutto questo un grazioso storytelling privo di fondamento e andare a festeggiare la tua superiorità morale pasteggiando a tarallucci e vino.
La domanda di fondo quindi è: noi essere umani siamo buoni o cattivi? vediamo un po’…

Negli anni ’60, lo psicologo della Yale University Stanley Milgram iniziò a esaminare le atrocità avvenute durante la seconda guerra mondiale. La sua domanda fondamentale era: “Come può accadere una cosa del genere? In che modo le persone di buona coscienza possono danneggiare così tante persone?

E’ stato quindi fatto un esperimento (leggi l’esperimento completo qui https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Milgram) Hanno diviso un gruppo in due categorie di soggetti:Persona A/Persona B.

In sintesi la persona A poteva comandare elettrodi posti sulla persona B. B avrebbe dovuto dare risposte corrette a determinate domande. Se non dava la risposta giusta, la persona A doveva premere un pulsante che avrebbe dato uno shock alla persona B.

Nota che la persona B era un attore che faceva parte dello studio a cui era stato detto di dare sempre la risposta sbagliata. La persona A, oltre al pulsante da premere per dare uno shock, aveva anche una leva per regolare la forza dello shock. Il quadrante aveva numeri ed etichette chiare che dicevano “shock minore” o “shock lieve”, “shock intenso”, “shock grave” e “avvertimento: può causare gravi danni”.

Te la faccio breve: ad ogni risposta sbagliata Milgram diceva ad A di aumentare il livello dello shock perché dall’altra parte c’era solo un attore. Ma A vedeva B urlare come se fosse veramente colpito dalla corrente e arrivati alla soglia critica, alcuni dei soggetti che impersonavano la Persona A iniziarono a protestare: “Stanno urlando di dolore lì dentro. Non voglio farlo. Ma Milgram diceva: “Devi farlo. Non preoccuparti. Non vengono davvero danneggiati. Quasi il 100 percento delle Persona A ha superato il punto di avvertimento di massimo shock! Alcune persone B hanno persino finto di essere svenute e Milgram diceva: “Colpiscilo di nuovo”. Anche allora, la persona A premeva quasi sempre di nuovo il pulsante della scossa.

Pensaci: queste erano persone di buon cuore, un campione casuale che avrebbe potuto includere te o me.

Carl Jung ha riassunto questo concetto in una frase scritta parecchio tempo prima di questo esperimento:

Tutti noi portiamo dentro di noi il potenziale di quella cosa che diciamo che non avremmo mai fatto o che non saremmo mai diventati.

Scopri come affrontare il lato oscuro

Chiunque vi proponga di sbarazzarvi del vostro lato negativo, del vostro io-ombra è completamente fuori strada, infatti come ho detto all’inizio: luce ed ombra sono inseparabili. Quando definiamo l’uno creiamo anche l’altro.

Ecco cosa è meglio fare:

  1. Cerca di capire chi sei senza giudicarti.
  2. Indaga il tuo lato oscuro ,conosci te stesso (fra un attimo ti spiego come).
  3. Accetta questa parte di te e trova il modo di integrarla perchè l’essere umano funziona bene solo quando integra le differenza e non quando lavora con diverse parti in conflitto tra loro.

Il Lavoro sul Lato Oscuro in Pratica:

Questo lavoro su se stessi dura per tutta la vita, non è una cosa che si può fare in due minuti dopo avere letto un articolo. Certamente, portare l’attenzione ad una maggiore comprensione di chi sei veramente e integrando i vari aspetti della tua persona non può che aumentare la tua serenità, e fare di te una persona più autentica.

L’esercizio di stile che ti propongo consiste in questi punti:

  • prendi un foglio (il consueto foglio con cui ti invito a lavorare su te stesso) e scrivi: IO SONO… (scrivi tutto quello che ti viene in mente). Non giudicare e scrivi tutto ciò che la tua mente ti suggerisce. Tutto!!!
  • Quanto sono negative le parole che hai scritto? Non giudicare e piuttosto dai un nome al tuo ego così da poterti riferire a lui ogni volta che fa comparsa nella tua giornata.
  • In modalità “EGO ON”, quando sei arrabbiato perché qualcuno ti ha toccato sul personale osserva i tuoi pensieri. Ricorda: Tu non sei i tuoi pensieri (una tecnica di meditazione ti aiuterebbe a comprendere meglio questo passaggio).
  • il tuo sé ombra è composto da tutte le parti spiacevoli delle tue relazioni, del tuo passato e delle tue esperienze personali legati ai genitori. Spesso ti vergogni di questi aspetti e tendi a negarli. La tua mente fa acrobazie per reprimere, evitare, criticare e sminuire quando permetti all’Ego di essere al volante. Non permetterglielo.
  • Quando vivi in modo inconsapevole passi la maggior parte del tempo a dare la colpa agli altri scaricando energia verso l’esterno. Senza una assunzione di responsabilità non c’è crescita personale.
  • Mentre osservi te stesso, anche le tue parti più spinose, respira profondamente senza entrare in emozioni quali rabbia, sdegno o disappunto che ti disconnetterebbero dalla tua parte più autentica.
  • Ripeti: Io mi amo e mi accetto così come sono! (respira)

L’obiettivo di tutto questo lavoro è coltivare l’accettazione di tutto quello che noi siamo. La comprensione favorirà l’autodeterminazione che ti renderà capace di fare scelte al di là della reattività causata dall’Ego. Non si può uccidere l’ego che svolge comunque la funzione del farci sentire sicuri di noi stessi e delle nostre idee.

Accettare il Lato Oscuro

Accogliere il proprio lato oscuro, la propria Ombra significa incontrarla e accettarne il dono prezioso che questa ci offre: La completezza!

Ricorda: non c’è equilibrio senza l’accettazione della propria negatività. La psicologia Jungiana insegna che la nostra identità è formata da due poli: l’Io (la personalità cosciente) e l’Ombra, un insieme di aspetti spesso respinti perché percepiti come negativi.

In realtà, i comportamenti umani sono influenzati dall’inconscio collettivo e renderci conto degli aspetti oscuri dell’Ombra limita la sua influenza distruttiva su di noi, riducendo la possibilità di agire al di fuori del nostro controllo. Non si tratta dunque di sradicarla ma piuttosto di trovare un punto d’equilibrio tra Ego ed Ombra. Solo così potremmo diventare individui unici e completi.

L’ombra e la Grazia

Prima di lasciarti alle conclusioni finali voglio dedicare un paragrafo a qualcosa che nella mia vita è davvero “la risorsa più importante“. A volte guardarsi dentro può essere doloroso e per superare i nostri lati negativi ci vuole coraggio e la forza di riuscire a sperare che siamo meglio del nostro comportamento.

A volte contro qualche nostro atteggiamento negativo combattiamo ma ci vogliono mesi oppure anni per superare quel momento e lasciarselo definitivamente alle spalle. Per il lavoro su me stesso è di fondamentale importanza il sacramento della confessione. Questo sacramento in cui affidiamo a Dio in Cristo il nostro lato negativo affinché ci aiuti e ci incoraggi. Ricorda: Dio può perdonare qualcosa che tu non perdoneresti mai a te stesso. Questo perdono ti fa uomo-nuovo e ti rende capace di andare avanti diventando la migliore versione di te stesso. Solo chi ha il coraggio di affidare veramente il peggio di se al confessore può sperimentare una sensazione di grazia che supera l’umano sentire.

Provocazioni Finali: La Sfida

In conclusione, questo articolo vuole ispirarti a guardare a te stesso in un modo diverso da come hai fatto fino ad oggi. Voglio che tu abbia la mente aperta e sia pronto ad affrontare la sfida della tua vita con creatività e curiosità. Questo è il modo migliore per imparare qualcosa di nuovo ed esplorare l’ignoto!. Torniamo quindi alla sfida che ti lancio: Lavora durante il prossimo mese prestando attenzione ai momenti di rabbia, ai momenti in cui perdi il controllo e prova a vedere in che modo questo comportamento è connesso con il tuo lato oscuro.

Primo dardo: Attento, ogni volta che ti incazzi per il comportamento delle persone intorno a te chiediti se quel comportamento che stai criticando non ti appartiene! Farai un affare migliore e un passo avanti nel capire la tua complessità.

Secondo dardo: Attento che più forte splende la luce e più netta è l’ombra che si proietta. Più sei paladino di qualche virtù di fronte agli altri e più magari stai nascondendo un lato della tua persona autentica. Questo lato, se fosse integrato, farebbe di te un leader.

Terzo e ultimo dardo: Ogni volta che ti arrabbi e perdi il controllo lasci che gli altri determinino la tua vita e le emozioni che puoi provare. Come se lasciassi loro il controllo della macchina di Milgram. Loro premono un pulsante e tu soffri. Se continui a vivere in questo modo reattivo in cui il tuo comportamento non è che reazione alle azioni degli altri lasci la tua vita nelle mani degli altri. Tu non sei un pulsante reattivo… sei molto più di questo! Pensaci.

Premi il bottone per condividere questo articolo. (te lo chiede Milgram)

CONOSCI TE STESSO

Tarocchi Psicologici: un viaggio nell’Anima e negli Archetipi.

Intrappolato nel dubbio? Scopri te stesso con una sessione di coaching archetipico di un’ora con i tarocchi psicologici. Immergiti in un viaggio di autoscoperta, svelando gli aspetti nascosti della tua personalità. Le mie sessioni offrono illuminazione, chiarezza e trasformazione. Non lasciare che le tue domande rimangano senza risposta. Scopri la potenza trasformativa dei tarocchi psicologici, un ponte tra il tuo io interiore e il mondo esterno.