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Io sono Ok, tu sei Ok: 5 principi per relazioni felici e consapevoli
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Ti senti una persona ok? Io sono ok e tu sei ok? Ok, forse sono partito un po’ troppo diretto ma sono molto eccitato, sai perché? Perché sto per condividere con te una teoria che ha profondamente cambiato il mio modo di relazionarmi con gli altri.

Ti è mai capitato di arrabbiarti improvvisamente per qualcosa che viene detto da un’altra persona? Hai notato che quando ti arrabbi perdi il controllo e la lucidità di pensiero e non è più possibile “vincere” in quel confronto? In questo articolo imparerai un nuovo modello di Leadership, qualcosa di potente che ti darà una maggiore capacità di influenzare gli altri senza perdere il controllo.

Un po’ di storia personale

Nel 2013 ho avuto l’opportunità di partecipare alla Leadership School tenuta da Roberto Re. Ogni giovedì sera, per un anno intero, ho percorso i 100 km da Suzzara a Bologna e altrettanti per il ritorno, per partecipare alle sessioni di formazione della durata di circa tre ore. Durante questi incontri, ho appreso e approfondito concetti fondamentali relativi alla comunicazione efficace e alla leadership. Questa esperienza è stata senza dubbio impegnativa, ma altamente formativa e gratificante.

Uno degli insegnamenti fondamentali che ho appreso riguarda la figura del leader: non è colui che si sente superiore agli altri, ma piuttosto colui che sa ispirare chi lo circonda.

Inoltre, tra gli argomenti trattati, uno in particolare ha aperto la mia mente (te l’ho detto che era una notte buia e tempestosa quella notte?). Mi riferisco all’analisi transazionale. Questa disciplina, elaborata da Eric Berne negli anni 50, afferma che ogni volta che una persona ne incontra un’altra si ha una “transizione”, cioè uno scambio. Fra poco ti sarà più chiaro di cosa parlo.

Quella sera ho scoperto che, durante ogni conversazione, si attivano in noi tre diverse modalità: Il bambino, il Genitore e l’Adulto. La scelta di utilizzare ad arte l’una o l’altra determinano la tua capacità di persuadere, sedurre e guidare la conversazione. Fra poco scoprirai come.

Io sono Ok tu sei Ok

Andiamo per gradi, Il libro da cui traggo ispirazione per mettere in ordine i concetti è:

Io sono ok, tu sei ok” di Thomas A. Harris. Si tratta di un testo molto popolare nella psicologia del self-help, pubblicato per la prima volta nel 1969. Il libro esplora il concetto di “transazione” nelle relazioni umane e cerca di aiutare i lettori a migliorare la loro comunicazione e le loro relazioni con gli altri. Harris sostiene che le persone possono imparare a comunicare in modo efficace, a rispettare se stessi e gli altri, e a raggiungere una maggiore felicità e soddisfazione nella vita. Il libro ha influenzato molti altri autori e professionisti della psicologia e continua ad essere un testo molto letto e apprezzato.

Esistono 4 diversi atteggiamenti che classificano il tipo di persona che siamo secondo l’analisi transazionale. Sono atteggiamenti in relazione a sè e agli altri.

  • IO NON SONO OK – TU SEI OK

  • IO NON SONO OK – TU NON SEI OK

  • IO SONO OK – TU NON SEI OK

  • IO SONO OK – TU SEI OK

Secondo l’autore, entro la fine del terzo anno di vita, ogni bambino ha deciso di assumere uno dei tre primi atteggiamenti.

IO NON SONO OK – TU SEI OK è la prima scelta provvisoria quando istintivamente il bambino si confronta con il genitore, basata sulle esperienze del primo anno. Entro la fine del secondo anno questa scelta viene confermata e resa stabile, oppure sostituita dal secondo o dal terzo atteggiamento: IO NON SONO OK – TU NON SEI OK oppure IO SONO OK – TU NON SEI OK. Una volta confermato, l’atteggiamento prescelto viene mantenuto dal bambino e ne regola ogni azioni nonché il modo di comportarsi con chi gli sta di fronte.

Questa scelta inconscia è destinata a rimanere con lui per tutta la vita, a meno che in seguito non si converta consciamente al quarto elemento: IO SONO OK – TU SEI OK.

Questo cambiamento può avvenire ad esempio leggendo un articolo come questo, e ti accorgi improvvisamente che più continui a leggere e più la sensazione che provi a riguardo sta cambiando dentro di te. Ma non voglio certo convincerti che l’ultima sia la scelta migliore per te. La scelta migliore sarà quella che prenderai quando sarai arrivato alla fine dell’articolo e avrai quindi maturato nuovi punti di vista. Ti invito anche ad ascoltare il podcast che allegherò entro una settimana dove ho messo altri contenuti.

E’ evidente che quando dialoghiamo con qualcuno partendo dalla posizione IO SONO OK- TU NON SEI OK rischiamo di far prevalere un’atteggiamento aggressivo che non ci aiuterà a trasferire le nostre idee a chi ci sta intorno. Questa è la tipica modalità di certi imprenditori “so tutto io” per cui il lavoro degli altri è sempre fatto in modo insufficiente. Questa posizione è tipica di chi cerca di imporre il controllo con la forza. Ma come è noto nel mondo della formazione “Il controllo è solo una illusione”.

Il Gioco di Ruolo degli stati dell’Io:
Genitore, Adulto, Bambino.

A questo atteggiamento di fondo si aggiunge una importante complicazione: quando interagisci con gli altri, la tua comunicazione è influenzata da ciò che Harris chiama gli “stati dell’io”.

Ci sono tre stati dell’io:

  • lo stato dell’io genitore
  • lo stato dell’io adulto
  • lo stato dell’io bambino

Lo stato dell’io genitore si riferisce alla parte di noi che assume un atteggiamento autoritario o protettivo, mentre lo stato dell’io bambino si riferisce alla parte di noi che agisce in modo impulsivo e emotivo. Lo stato dell’io adulto, invece, è la parte di noi che agisce in modo razionale e logico.

Questi tre “contenitori” di dati, questi tre stati del nostro essere sono molto più di questa breve descrizione e presto inserirò un audio commento allegato a questo articolo per approfondire il discorso.

Ogni stato dell’Io presenta qualità positive e negative: il Bambino ad esempio è fonte di energia positiva a causa della sua spontaneità, gioia, capacità intuitive, amore per l’immaginazione, il gioco, la musica etc… ma a volte, come del resto accade anche ai bambini, questo stato dell’Io, sperimenta sensi di inferiorità nei confronti degli adulti, oppure paura, insicurezza.

La funzione dell’Adulto è quella di un piccolo computer interno: può consentirci di capire idee complesse, ha capacità di analisi, di calcolo di ragionamento, ma la sua funzione principale è quella di aiutare il Bambino a soddisfare bisogni e desideri utilizzando dei metodi razionali e socialmente accettabili.

Il Genitore, a differenza dell’Adulto, non deve esaminare dati di realtà, perché in esso si concentra tutto quello che ‘sappiamo’, che diamo per scontato, in termini quasi assoluti, in quanto deriva dal sapere che viene trasmesso dai genitori. Come se tutti i giudizi che abbiamo assorbito dai nostri genitori quando eravamo molto piccoli si fossero registrati a livello inconscio.

L’Analisi Transazionale insegna anzitutto a riconoscere ed utilizzare con maggiore consapevolezza ed efficienza le tre dimensioni della personalità, sia a livello personale, sia nell’osservazione degli altri. La sfida consiste nell’imparare a rimanere perennemente nel proprio Stato Adulto, il quale può, ed in alcune circostanze deve, cercare la mediazione dagli altri due Stati dell’Io.

Ecco un segreto: da ora in poi, quando ti rendi conto dello stato dell’io in cui sei in una determinata transazione, puoi scegliere di cambiare il tuo atteggiamento e comunicare in modo più efficace. Ad esempio, se ti rendi conto di essere in uno stato dell’io genitore, puoi scegliere di assumere un atteggiamento più aperto e accogliente, in modo da creare una relazione più positiva con l’altra persona.

Autorizzazione reciproca: il segreto per una vita di successo e soddisfazione

Il rispetto per sé stessi e per gli altri è fondamentale per una comunicazione sana e positiva. Scoprirai fra poco come il rispetto reciproco può migliorare la tua capacità di relazionarti con gli altri.

Cos’è l’autostima? L’autostima è la valutazione che una persona fa di sé stessa. L’autorizzazione reciproca, invece, si riferisce alla capacità di accettare sé stessi e gli altri senza giudizio o pregiudizio. Questa che sembra una predisposizione naturale è invece una dote che va sviluppata se vuoi avere una vita più felice. L’autostima è caratterizzata dalla modalità IO SONO OK.

Quando ci sentiamo bene con noi stessi, siamo in grado di comunicare in modo più efficace e di creare relazioni più sane e felici.

Quando acquisiamo una maggiore consapevolezza di noi stessi e delle nostre emozioni, siamo in grado di comunicare in modo più efficace e di creare relazioni più sane e soddisfacenti. In sostanza, una persona più sicure di se è accogliente verso gli altri; infatti non ha bisogno di abbassare, denigrare o criticare gli altri. E’ una questione di leadership. Spesso critichiamo negli altri ciò che non possiamo criticare di noi stessi (ma qui vado fuori tema, di questo ho già parlato in “Conosci il tuo lato oscuro?”).

Il rispetto reciproco di cui parlo sopra si riferisce invece alla capacità di riconoscere il valore e la dignità di ogni individuo, compreso noi stessi, e di comunicare in modo aperto e onesto senza ferire gli altri o farsi ferire.

Mettendo in pratica questo potente cambio di Mindset noterai che quando rispettiamo gli altri e ci facciamo rispettare, siamo in grado di comunicare in modo più efficace e di ottenere ciò che vogliamo dalla vita. Quando siamo assertivi e rispettosi, possiamo esprimere le nostre esigenze e i nostri desideri in modo chiaro e diretto, senza essere aggressivi o passivi.

Quindi, In sostanza, ti invito a sviluppare la tua capacità di rispetto dell’altro e ad imparare a comunicazione in modo assertivo (ne aggressivo, ne passivo). Ti garantisco che quando avrai imparato a comunicare in modo assertivo e rispettoso, sarai in grado di creare relazioni più sane e soddisfacenti e di ottenere dagli altri il supporto e la collaborazione che ti serve in qualsiasi momento.

Conflitti? No grazie! Come evitare discussioni con parenti, amici e colleghi

I conflitti sono inevitabili nella vita, ma puoi imparare a gestirli in modo costruttivo. Puoi scoprire, ad esempio, come il conflitto può essere un’opportunità per la crescita personale e relazionale.

Siccome gli esseri umani sono tutti diversi e dotati di pensieri e punti di vista differenti, i conflitti sono inevitabili nella vita. Se hai un partner te ne sarai accorto. Nonostante ci si voglia bene e ci si stimi vicendevolmente, avere punti di vista diversi è normale.

Quando pensiamo che l’opinione dell’altro, se pur diversa dalla nostra, possa arricchire il nostro punto di vista, siamo propensi a non attaccare l’altro ma piuttosto a fare domande per scoprire ancora meglio qual è l’intento positivo dietro a quella tesi che l’altro sostiene contro la nostra.

Un conflitto gestito in modo costruttivo, può portare a un risultato costruttivo per tutte le parti coinvolte. In sostanza, puoi esprimere le tue opinioni in modo chiaro e diretto, ascoltare le opinioni degli altri e cercare una soluzione che soddisfi tutte le parti coinvolte, dove è possibile. Dove non è possibile ti ricordo che alzare la voce non ti aiuterà a trasmettere un concetto. Due cuori vicini sussurrano, due cuori lontani urlano per farsi ascoltare. Quando i cuori sono lontani non solo non sei minimamente persuasivo ma stai proprio perdendo tempo.

Ricorda che il conflitto o la divergenza di opinioni può essere un’opportunità per la tua crescita personale e relazionale perché ti offre la possibilità di confrontare i tuoi punti di vista con quelli degli altri e di imparare da loro.

Avrai notato che quando ti trovi in una situazione di conflitto, molto spesso ti concentri solo sui tuoi bisogni e sulle tue opinioni, senza considerare quelli degli altri. Se invece impari a fare domande costruttive e ad ascoltare le opinioni degli altri senza cercare di avere ragione per forza, ti si schiuderà un mondo.

Ecco alcuni consigli pratici:

  • Prima di tutto, cerca di capire la posizione dell’altra persona e di ascoltarla attentamente, senza giudicarla o interromperla. Inoltre, cerca di esprimere le tue idee in modo chiaro e diretto, senza attaccare l’altra persona o utilizzare un linguaggio aggressivo.
  • In secondo luogo, cerca di trovare una soluzione che soddisfi tutti i bisogni, invece di insistere sulla tua posizione. Questo richiede flessibilità e apertura mentale, ma può portare a risultati molto positivi. Sono certo che ne sei capace se stai ancora leggendo questo articolo e non lo hai abbandonato a metà.
  • Infine, ti invito a vedere il conflitto come un’opportunità per imparare e crescere, anziché come una minaccia alla tua relazione. Da ora in poi, quando affronterai i conflitti in questo modo noterai quanto è più facile parlare, argomentare e convincere l’altro ad ascoltarti.

La chiave della libertà: liberati dalle catene del passato

La libertà di scegliere è fondamentale per il benessere personale, non per niente la storia dell’uomo parte con Dio che ci lascia liberi di sbagliare. Il tema del libero arbitrio è connesso al tema delle transazioni. Tu non sei i tuoi genitori, porti con te una parte di loro ma non sei un copia-incolla di idee, sei molto di più.

Secondo Harris, le transazioni sono gli scambi comunicativi che avvengono tra le persone e possono essere di tre tipi: transazioni genitoriali, transazioni adulte e transazioni bambine.

Quando in una transazione lasciamo parlare il nostro Io genitore esce di noi un atteggiamento autoritario, protettivo o in genere normativo.

Nelle transazioni in cui invece attingiamo dal nostro io adulto comunichiamo in modo razionale e obiettivo. Valutiamo i dati e in base a quelli dirigiamo il discorso. Sono transazioni che costruiscono insieme agli altri, che fanno evolvere un discorso.

Le transazioni dove è coinvolto il nostro io bambino sono quelle in cui diamo spazio ad un atteggiamento infantile o ribelle.

Dove sta quindi la libertà? La chiave per sviluppare una comunicazione efficace e relazioni soddisfacenti, lo ripeto, è di imparare a comunicare principalmente in modo adulto. Ciò significa che dobbiamo essere in grado di analizzare le situazioni in modo obiettivo e di rispondere alle esigenze degli altri, senza lasciarci influenzare dalle nostre emozioni o dalle nostre esperienze passate.

Ecco un super esempio per essere chiaro:

Mettiamo ad esempio che mi trovi nella condizione di dover riprendere una persona che è arrivata tardi ad un appuntamento.

Se lascio parlare il Genitore che è in me dirò una cosa normativa, che fa riferimento alle regole (alle mie regole, quelle che mi hanno insegnato nella mia infanzia). Ad esempio potrò dire: E’ questa l’ora di arrivare? Non lo sai che arrivare tardi è un segno di maleducazione…

Come ti suona? Se rivolgessero a te questo incipit?

Normalmente a questa transazione che parte nella modalità Genitore, fa scattare nell’altro che la riceve la modalità Bambino: Ma tu che ca**o vuoi da me? Chi sei? Mio padre? No è allora…

Questa bella rispostina in modalità bambino fa scattare la nostra modalità bambino e diventiamo rabbiosi, istintivi… la discussione è degenerata e nessuno de due porterà a casa qualcosa di positivo da questo scambio.

Se all’inizio avessimo deciso di esercitare il libero arbitrio e di far tacere il genitore che urla le sue regole dentro di noi e le vuole imporre al mondo intero… avremmo fatto un affare. Una tecnica per non farsi trasportare dalle emozioni è quella di fare respiri profondi. Solo dopo aver respirato e controllato emozioni negative di giudizio (che vengono dal genitore) o di rabbia istintiva (che viene dal contenitore bambino) avremmo potuto attivare a modalità Adulto. Una modalità fredda che fa domande per comprendere, elaborare e guidare.

Ecco uno scambio Adulto-Adulto:

A: Hai visto che sei arrivato in ritardo di 30 minuti? (silenzio)

B: Si, mi dispiace

A: Che cosa ti ha impedito di arrivare all’ora che avevamo concordato?

B: (adduce scuse)

A: Capisco ma non mi interessano le scuse, mi interessa piuttosto che non succeda più. Sei d’accordo?

Un silenzio, due domande ben poste che terminano con una richiesta di assunzione di responsabilità per evitare che in futuro si ripeta. Questa è una transazione vincente.

Comunicare principalmente in modo Adulto significa essere in grado di analizzare le situazioni in modo obiettivo e di rispondere alle esigenze degli altri, senza lasciarsi influenzare dalle proprie emozioni o dalle esperienze passate.

Per fare questo, ti suggerisco di sviluppare la tua consapevolezza emotiva, cioè la capacità di riconoscere e di comprendere le proprie emozioni. In pratica se senti che ti stai per arrabbiare è in arrivo a modalità bambino che porterà la discussione ad un livello “ignoranza” per cui sarà difficile che qualcuno ne tragga vantaggio. Quanto senti che ti stai per arrabbiare devi solo respirare profondamente e chiederti: quale sarebbe una buona domanda da fare qui per aiutare l’altro a ragionare sulle mie idee o a spiegare meglio le sue ragioni?

Ti do per certo che non è possibile evitare completamente le emozioni negative, ma puoi imparare a gestirle e a non farti dominare da esse perché quando ti arrabbi l’ossigeno fugge dal cervello per raggiungere altri organi … e boom, hai perso!

La felicità è nelle piccole cose.

Ed eccoci arrivati in un baleno alle chiavi per una vita più felice e soddisfacente. Copia e incolla questa lista e stampane una copia da appendere a parete.

Per applicare i principi di “Io sono ok, tu sei ok” nella vita quotidiana, l’autore Thomas A. Harris suggerisce alcune pratiche e abitudini che possono aiutare a migliorare la propria vita e le relazioni con gli altri. Ecco alcuni esempi:

  1. Accettazione di sé: accettare se stessi così come si è, con pregi e difetti, è fondamentale per avere una buona autostima e per creare relazioni positive con gli altri.
  2. Rispetto reciproco: rispettare gli altri e chiedere di essere rispettati in modo equilibrato e costruttivo.
  3. Comunicazione efficace: imparare a comunicare in modo chiaro, assertivo e non violento, esprimendo le proprie emozioni e bisogni in modo rispettoso.
  4. Gestione dei conflitti: imparare a gestire i conflitti in modo costruttivo, cercando di comprendere gli altri e trovare soluzioni condivise.
  5. Vivere con consapevolezza: imparare a vivere nel momento presente, senza giudicare o reagire automaticamente, ma osservando ciò che accade intorno a noi e dentro di noi con curiosità e apertura mentale.

L’applicazione pratica di questi principi richiede impegno e costanza nel tempo, ma ti garantisco che può condurti ad una vita più soddisfacente e felice, sia per te stesso che per gli altri intorno a te.

Conclusione

Eccomi tornato a quella notte buia e tempestosa che ha cambiato il mio modo di vivere le relazioni.

Mi ricordo che quella sera, in cui per la prima volta ho sentito parlare di queste teorie, tornando a casa da Bologna in macchina con mio fratello, mi sono detto: e se la felicità dipendesse solo dal mio modo di pensare e relazionarmi con gli altri? Avrah Ka Dabra, così è stato per me.

Prova a mettere in pratica questi 5 principi e stai a vedere come cambierà la tua vita!

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